“Ho sempre avuto una fascinazione segreta per quei fachiri in movimento che sono i maratoneti. La loro corsa è un viaggio in cui si incontrano culmini di onnipotenza e strapiombi di disperazione. Chiunque affronti il percorso troverà in agguato un chilometro di piombo, durante il quale i pensieri si appesantiranno assieme alle gambe e la mente si rifiuterà di sopportare il dolore: vorrebbe soltanto arenarsi al bordo della strada. In quel preciso momento il maratoneta decide se ritirarsi o resistere. La crisi lo sovrasta e nessuno in coscienza può dirgli quando finirà. Ma l’atleta fa una scommessa con il proprio destino e rinvia la resa di un metro, di un altro, e poi di un altro ancora: finchè le gambe ricominciano a respirare un’aria più leggera. Tagliando il traguardo, scoprirà che il chilometro di piombo lo ha trasformato. Avendo attraversato la morte è diventato immortale!” (cit. Massimo Gramellini)